lunedì 20 ottobre 2014

La dipendenza dagli zuccheri



L’eccesso di zuccheri è responsabile di numerose malattie (diabete, obesità in primis) che affliggono il mondo occidentale e che sono tra le cause di morte primarie.

La dipendenza da zucchero riguarda numerosissime persone e può avere effetti gravissimi, al punto da paragonarla alla dipendenza da sostanze stupefacenti.

La concentrazione eccessiva e la velocità di assorbimento dello zucchero sono tali da squilibrare il metabolismo fisiologico: l’eccesso di zucchero altera l'equilibrio naturale del corpo dal punto di vista ormonale, del metabolismo e del sistema immunitario, andando a sostituire la nostra condizione di equilibrio con uno stato alterato che finiamo per percepire come normale pur non essendolo.

Il sistema nervoso, connesso all'apparato digerente, segnala la presenza di zuccheri negli alimenti e attiva la liberazione di dopamina. 

La dopamina (o dopammina) è un neurotrasmettitore endogeno della famiglia delle catecolamine, prodotta in diverse aree del cervello. In particolare, si trova nel nucleus accumbens, la parte adibita alla motivazione e al meccanismo di ricompensa. L’eccesso di zuccheri così come l’abuso di droghe fa aumentare il rilascio di dopamina in questa parte del cervello. L’effetto è una sensazione di gratificazione/ soddisfazione e il desiderio di ripetere l'esperienza.

Nel caso degli eccessi di zucchero, la frustata insulinica indotta rinforza questo circolo vizioso portandoci ad un atteggiamento compulsivo verso sostanze contenenti zuccheri.
L'assunzione di zuccheri, infatti, innalza rapidamente i livelli di glucosio nel sangue (glicemia); un normale livello di glicemia fornisce l'energia al nostro corpo, ma, livelli elevati scatenano reazioni negative, tra cui l'aumento dell'insulina, che viene prodotta dal nostro organismo per evitare che gli zuccheri nel sangue raggiungano livelli di tossicità pericolosi.

L'aumento dell'insulina, a sua volta trasforma gli zuccheri sottratti al sangue in glicogeno il quale viene immagazzinato nel fegato come riserva energetica, stimola la produzione di grassi saturi a partire da zuccheri, favorisce l'accumulo di grassi saturi nel tessuto adiposo, impedisce l'utilizzo dei grassi presenti nel nostro corpo.

Con l'assunzione degli zuccheri si verifica un immediato picco nella quantità di insulina prodotta, che abbassa repentinamente la glicemia, per cui compare lo stimolo della fame e inizia un circolo vizioso.

I geni e lo sviluppo postnatale indirizzano le persone verso alcool, zucchero o cocaina. La scelta dell'oggetto della dipendenza dipende dall'esperienza e alla predisposizione personale.
La carenza di zucchero determina spesso crisi di astinenza, i cui sintomi sono: ansia, irritabilità, mancanza di concentrazione, emicrania, depressione e in qualche caso persino capogiri e mancamenti.

Lo zucchero industriale

Un errore molto comune è quello di pensare che quando si parla di esigenza di zuccheri per l’organismo ci si riferisca allo zucchero raffinato industriale.

Lo zucchero raffinato proviene dalla barbabietola e subisce numerosi processi chimici prima di arrivare in tavola, venendo impoverito delle sue sostanze nutrienti e dei sali minerali, in quanto manipolato con sostanze come la calce e i solfiti.

Tra i danni causati dall'assunzione di zucchero raffinato: contribuisce ad innalzare velocemente il livello glicemico, creando forti scompensi all'asse glicemico-insulinico, apporta calorie prive di valori nutrizionali, squilibra sensibilmente il pH del sangue e quello della cavità orale, provocando carie e altre disfunzioni e svolge una azione dannosa nei confronti del sistema scheletrico.

Consumo di zuccheri nel tempo:
- nel 1700 il consumo annuo pro capite è stato di 1,8 Kg
- nel 1800 il consumo annuo pro capite è stato di 8 kg
- nel 1900 il consumo pro capite annuo è salito a 40 Kg
- nel 2009 il  consumo pro capite annuo è salito a 80 Kg
 
Dalla fine del 1800 ad oggi:

I casi di diabete sono passati da 3 casi su 100.000 persone a 8.000 su 100.000 persone.

Si è passati dal 3,4% di persone obese al 32%, cui va aggiunto un altro 33% di persone in sovrappeso. 

Fino agli anni '70 in Italia si consumava il 60% di zucchero semplice acquistato nei negozi mentre il 40% proveniva da alimenti confezionati. Oggi le proporzioni si sono invertite per cui si assume prevalentemente zucchero contenuto nei cibi elaborati, in particolare dall'industria. Molto spesso non ci rendiamo conto di quanto zucchero è contenuto nei cibi industriali e  soprattutto in quelli destinati ai bambini ed ai ragazzi.

Ridurre lo zucchero

Uno degli obiettivi che si sono posti i nutrizionisti per il 2014  è la riduzione di almeno un terzo della quantità di zucchero introdotto con l’alimentazione. La quantità di zuccheri quotidianamente assunti non dovrebbe superare il 10% del totale delle sostanze ingerite.
Ponendoci come obiettivo la riduzione degli zuccheri assunti, l’approccio migliore è quello graduale, evitando di interrompere bruscamente il consumo di zucchero per non provocare una fase di dolorosa astinenza. Per la maggior parte delle persone è possibile ridurre progressivamente lo zucchero mediante l’autocontrollo.


Ecco alcuni consigli pratici per ridurre quotidianamente il consumo di zucchero:

Sostituire lo zucchero raffinato con quello di canna, o meglio ancora con miele o sciroppo d'acero

Acquistare biscotti, dolci, gelati o yogurt, nelle versioni con minori quantità di zuccheri

Esaminare con cura le etichette dei prodotti alimentari per controllare la quantità di zucchero

Sostituire i dolci con frutta fresca o secca

Optare per marmellate non zuccherate

Sostituire le bevande gassate con acqua o succhi di frutta non zuccherati

Evitare di aggiungere zucchero al latte


Ecco un esempio di quanto zucchero c'è nella Coca cola




Lo zucchero è DAPPERTUTTO, in ogni cosa confezionata che mangiamo !!
 


 





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